Tag:Flower
I suoi colori spiccano nel verde del sottobosco.
Le sue forme sono eleganti e raffinate.
Ama crescere assieme alle sue simili, damigelle splendide che si fan compagnia nel silenzio della montagna.
Qualcuna è un pò solitaria, preferisce donare la sua bellezza a una certa distanza dalle altre ma sa di avere tante amiche simili attorno a lei. Ugualmente belle.
E’ sempre meraviglioso poterle trovare, accarezzarle, fotografarle con il massimo rispetto e venerazione.
Osservando un bucaneve sbocciato si può facilmente vedere un bellissimo e perfetto cuore verde capovolto, proiettato verso il cielo.
E quando il bucaneve deve ancora sbocciare è bello concentrarsi e cercare di intravedere quel cuoricino che timidamente si nasconde tra i candidi petali.
Il Galathus nivalis sembra essere proprio un simbolo di speranza e purezza, con lui ci lasciamo alle spalle i mesi più bui e freddi dell’inverno. Infatti è tra i primi ad annunciare l’arrivo della primavera che attendiamo sempre tutti con grande entusiasmo.
Curiosando nel linguaggio dei fiori sembra che il bucaneve indichi anche virtù e simpatia. E che sia simpatico, credo proprio che nessuno lo possa negare, soprattutto quando danza nel vento… con disappunto del fotografo che cerca di immortalare la sua bellezza.
Con i suoi colori, lo sbocciare dei fiori e le belle giornate di sole, la primavera segna la bellezza della vita nel suo massimo splendore.
Vero è che per qualche ora, qualche giorno fa, siamo tornati a trascorrere un giorno quasi invernale, con la pioggia -anche la neve! magari poter andare in Carso 🙁 – e una Bora fredda e gelida che ci ha fatto ricordare l’inverno appena trascorso. Chissà come l’avranno passata questa atipica giornata di aprile le rondini che ci hanno già fatto visita e cosa avranno pensato… chissà le prime e magnifiche fioriture del sottobosco… beh, in tempo di zona rossa Covid mi rassegno a visitare quei luoghi solo con la mia fantasia…
Questa è una Hepatica nobilis, Erba trinità, fotografata a fine febbraio. C’erano già temperature decisamente miti… Quanta la voglia di rinascere, la voglia di ritornare a vivere la nostra abituale vita proprio come fanno loro…
Inevitabilmente mi rattristo pensando a tutte le fioriture che mi sto perdendo ma soprattutto sento la mancanza di quell’ambiente che per me, e son sicura posso parlare anche a nome di molti di voi, rappresenta una cura, un momento di conforto, un abbraccio per il cuore e l’anima.
Il nome di questo delicato fiore, il bucaneve, Galathus nivalis, deriva da due parole greche che lo descrivono come un fiore bianco come il latte la cui fioritura avviene dopo l’inverno. Viene anche chiamato comunemente stella del mattino.
Un’antica leggenda narra che quando Adamo ed Eva furono scacciati dal paradiso terrestre si trovarono in una terra buia e gelida. In quel luogo desolato Eva fu colta da un momento di sconforto. Un angelo, mandato dal Signore che ebbe compassione di lei, prese dei fiocchi di neve e li soffiò verso di lei. Quando i candidi fiocchi di neve giunsero per terra si trasformarono in boccioli facendo così apparire i bucaneve. Grazie a quel miracolo Eva riacquistò la speranza e riprese il cammino.
Quando vedo i bucaneve nel sottobosco vengo colta dalla gioia, sono sempre così felice di trovare le prime fioriture. Anno dopo anno. E le prime fioriture, sappiamo, segnano la fine dell’inverno, buio e freddo, e annunciano l’arrivo della stagione dei colori e della gioia.
Nel linguaggio dei fiori e delle piante i bucaneve sono il simbolo della vita e della speranza, si dice sia il fiore ideale per festeggiare i cambiamenti, le nascite e i nuovi propositi. E ne abbiamo tutti un gran bisogno, soprattutto in questo periodo!
Stavo già ritornando sui miei passi dopo una bella mattinata di fotografia, quando vedo in lontananza una coppia di signore con un bel mazzo di ciclamini in mano… Allora mi fermo, tiro fuori la mia macchina fotografica e comincio a far foto al primo ciclamino che vedo dal sentiero… Si fermano incuriosite. Mi chiedono cosa fotografo e rispondo loro che sto fotografando la bellezza che stringono tra le loro mani. L’altra dice alla sua amica: “ti avevo detto che erano più belli da vedere nel bosco”. Incuriosite, faccio loro vedere qualche foto. Alla fine della chiacchierata entrambe mi dicono che il prossimo anno piuttosto che raccoglierli, li ammireranno crescere nel bosco.
Non so se poi lo faranno, ma ho cercato di far la mia parte, seppur piccola, e ho parlato loro del concetto descritto in uno dei principi di Nature First: lasciamo i posti che visitiamo meglio di come li abbiamo trovati. Invece che raccogliere fiori, chissà se la prossima volta raccoglieranno piuttosto qualche rifiuto che si trova qua e là…
Pazientemente si dovrà attendere un altro anno…
Ma arriverà la prossima primavera, sicuramente, e spero davvero di poter rivedere dal vivo e fotografare un’altra volta queste bellezze, e tante altre ancora.
Ma soprattutto spero di poter ammirare la luce dorata, magica, del tramonto, semplicemente immersa nella Natura, affinare i sensi per catturare ogni profumo e ogni melodia: vivere pienamente la poesia della Natura.
Quanta voglia di schiudersi e fiorire! E quanta voglia abbiamo, tutti noi, di uscire e goderci queste splendide giornate di primavera! Ma in questo periodo dobbiamo aver pazienza, il tempo di rinascere arriverà anche per noi.
“Adotta il ritmo della natura: il suo segreto è la pazienza. ” ( Ralph Waldo Emerson )
Semplicemente i primi bucaneve del 2020 🙂
Come rimaner indifferenti allo sbocciare dei fiori, alla rinascita della vita, all’espressione di tanta delicata bellezza?
Così mi viene in mente questa frase: “Se potessimo vedere chiaramente il miracolo di un singolo fiore, cambierebbe tutta la nostra vita. (Buddha)”
Una Fritillaria nell’ultima luce del giorno.
Quando il sole si è già nascosto sotto l’orizzonte e la luce ormai è poca, quando il buio ormai si avvicina, penso sia questo il momento nel quale questo fiore ci mostra al massimo la sua eleganza, con il suo grazioso ed elegante portamento.