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Onde e neve

Febbraio…Freddo… Mi ricordo che soffiava forte il vento, un vento davvero tempestoso… altrochè la nostra Bora.. Era talmente forte che la nebbia che vedevo non erano altro che gli spruzzi del mare nell’entroterra. Costanti. Implacabili. Quella notte le strade accanto alla costiera si allagarono e per tutta la mattina successiva le piazzole di sosta nei pressi di alcuni punti di osservazione non furono raggiungibili. A Valahnúkamöl però, anche se la scogliera non è molto alta, riuscii comunque ad avvicinarmi abbastanza per ammirare l’oceano in tempesta: le sue onde immense si infrangevano con un’energia impressionante… il loro bianco spumeggiare si confondeva con la neve sulla costa. Credetemi: una meraviglia.

Grande nostalgia per questi momenti e per tanti altri ancora che, pian piano, vorrei condividere.

Lava sull’oceano

Doveva essere uno spettacolo incredibile, assistere alla formazione di queste colonne di basalto. Spesso mi piace giocare con l’immaginazione e fantasticare su scenari ancor più affascinanti di quelli attuali.

Pulcinella

Forse è l’animale-simbolo dell’Islanda, assieme ai cavalli, volpi artiche e naturalmente pecore. Di certo è quello più simpatico che abbia mai visto, nonostante gli occhioni un po’ malinconici. Ricordo che all’inizio non ero particolarmente interessata a fotografare le Pulcinelle di mare: avevo visto così tante foto, belle ed emozionanti, con luci incredibili, che in quella giornata di tempesta, così grigia, avrei forse preferito fotografare il paesaggio, i bellissimi fiordi del Nord. Ma poi, come non rimanerne affascinati? Complice anche la scogliera di Látrabjarg, con la sua vertiginosa altezza di oltre 400metri, complice l’oceano burrascoso e il sole che improvvisamente si faceva largo tra le nuvole, complici chissà quante altre cose, i loro voli acrobatici, la loro confidenza… sarei rimasta ore ed ore ad osservare queste bellissime creature, sulla scogliera, anche senza fotografare, perchè davvero a volte bisogna fare un passo indietro, e in pace, fermarsi e ammirare la Natura.

Incontri a Látrabjarg

La penisola di  Látrabjarg è nota per le spettacolari scogliere e per l’abbondante avifauna: le scogliere si estendono per 12 km lungo la costa e le altezze variano da 40 a 400 m. Qui nei mesi estivi si possono trovare una gran varietà di uccelli marini che vi nidificano a migliaia, rendendole un posto particolarmente affascinante. Da giugno ad agosto nidificano e si riproducono incredibili quantità di pulcinella di mare, gazze marine, urie, cormorani, fulmari e gabbiani tridattili. Le pulcinelle di mare sono estremamente abituate alla presenza umana e spesso si lasciano fotografare da una distanza minima.

Qui una Gazza marina ( Alca torda ) mi osservava mentre mi sporgevo dall’alto delle scogliere per godermi lo spettacolo dell’oceano.

Gazzamarina

Il diverso

Si va in Natura per trovar pace, per rimanere in silenzio ad osservare. Osservando e cercando con gli occhi qualcosa che mi colpisca più di tutto il resto, mi sono soffermata su questa scena che mi fa riflettere sulla diversità, un tema molto attuale. Questa fotografia è un esempio di quello che ogni giorno possiamo trovare in Natura: la diversità qui è norma. Troviamo specie diverse tra loro che vivono una accanto all’altra condividendo il territorio e spesso anche risorse di cibo e acqua. Forse è troppo semplicistico vederla così ma non si può comunque negare che questo avvenga. Ci sono equilibri delicati, certo, ma questi equilibri si possono spezzare solo per questioni di sopravvivenza. Anche qui c’è violenza, brutalità, una continua lotta per la sopravvivenza, non per altri motivi. Noi “esseri superiori” troppo spesso invece non siamo capaci di fare altrettanto, non siamo capaci di andare oltre nemmeno alle semplici differenze estetiche o culturali che subito ci aggrediamo, ben che vada “solo” verbalmente. Andare in Natura mi riporta al vero senso delle cose. Chissà perché il diverso spaventa così tanto noi esseri umani. Eppure è un valore. Non dimentichiamocelo,  è alla base dell’evoluzione.

The other

Una storia da raccontare, un’emozione da custodire

Non sono impazzita, vedo anch’io l’imperfezione della foto ma… (pensiero laterale), la foto in realtà è perfetta così.

Se guardiamo le cose da un altro punto di vista a volte si colgono delle verità ovvie apparentemente nascoste.

Una foto perfetta, per descrivervi il tempo che imperversava quel giorno…quei giorni. Pioggia a dirotto, vento violento, impossibile ogni tentativo di portarsi a casa una foto… e mentre qualcuno è rimasto al caldo e asciutto della macchina, io dopo aver titubato un bel po’ sperando almeno il vento diminuisse, ho deciso di sfidare vento pioggia e schizzi delle onde dell’oceano che si infrangevano sugli scogli sotto di me. Tutto ciò per questo ricordo. Ma lo rifarei. A voi non dirà niente ma per me è come uno scrigno che cela un piccolo gioiello: una grande emozione.

Una storia, un'emozione

Emozioni nella pioggia: Hálsanefshellir

Quel giorno me lo ricorderò per sempre. Da giorni ormai diluviava, e sottolineo… diluviava! Secchi dal cielo, non pioggia…e non cessava un attimo. Anche le previsioni meteo non davano speranze… cosa fare cosa non fare, luoghi bellissimi da vedere e fotografare ma impossibilitata a farlo. Anche il vento fortissimo ostacolava ogni prova di coraggio in tal senso…

Solo che io proprio non volevo andarmene senza aver visto questo posto e non mi accontentavo della vista “classica”: volevo vedere le colonne basaltiche di Vik, che sapevo formare una grotta a ridosso dell’oceano, un posto da non perdere e poi … “magari lì troverò rifugio”.

Arrivarci era un’impresa, il vento contro, la pioggia senza sosta, ero ben vestita e lo zaino ben coperto… ma camminare sulla spiaggia di ciottoli neri, in quelle condizioni, rimaneva un’impresa.

Sono stata ripagata: la grotta di basalto è splendida, una cavità ampia, dove ammirare le formazioni di basalto e riflettere sulla formazione di questo scoglio nell’oceano…Il vento però anche qui dentro si faceva sentire portando a tratti pioggia e a tratti spruzzi delle onde dell’oceano. Una foto al volo, davvero l’attimo di un ricordo. E poi via, di nuovo indietro per raggiungere la macchina.

E’ stato semplicemente fantastico!

Vik

Il castello di roccia

Djupalonssandur è una bellissima spiaggia di ciottoli modellati dalle forze del mare e del vento, con una serie di rocce di forma misteriosa che emerge dall’oceano. Si trova nella penisola di Snaefellsnes.
Si arriva alla spiaggia scendendo in mezzo ad alte scogliere, e ci si ritrova subito in mezzo a resti di un antico naufragio, vera prova delle condizioni meteorologiche nella zona. Si trovano lì 4 grosse pietre una volta utilizzate dai pescatori per testare la loro forza e che vanno da oltre 150kg a circa 20kg.

La cosa che mi ha colpito di più è questa bizzarra forma di lava che sembra quasi quello che rimane di un antico castello nel mare.

Il castello di roccia

Il gigante

Una giornata brutta? senza colori ? Si ma …

Mi ricordo che quel giorno, senza colori, tutto grigio, faceva freddo e il vento soffiava forte. Non so se era pioggia o erano gli schizzi delle onde che venivano sollevate e trasportate dal vento…era difficile fotografare, stavo a stento in piedi ma non ho voluto rinunciare a fotografare il gigante di pietra che osserva e controlla l’oceano oppure che semplicemente ne gode della sua bellezza, sia nel grigiore di una giornata autunnale sia nei colori caldi e belli di una limpida giornata in un’altra stagione.

The giant on the ocean

Alla luce della luna piena

La primavera è iniziata, ci aspettano giornate sempre più calde e come spesso mi accade ai cambi stagione, provo nostalgia per quella appena trascorsa, per l’inverno, la neve, le luci fredde… e il mio pensiero corre veloce dove il ghiaccio fa da protagonista: Jökulsárlón.
Alla luce della luna piena splendente come il sole, ho trovato questo iceberg davvero particolare su questa incantevole spiaggia di sabbia nera: contrasti affascinanti.

Midnight light

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