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Le fioriture in montagna, uno spettacolo da ammirare e da ricercare, anche negli angoli nascosti, in mezzo alla vegetazione.
Il fascino irresistibile della fotografia macro per me è immergermi in un mondo che ho sempre sotto agli occhi ma che in realtà non si può osservare nei particolari, se non fermandosi.
Stendermi a filo d’erba e osservare diventa un viaggio in un mondo diverso, è scoprire da un punto di vista inconsueto gli elementi che sono comuni se visti, come facciamo spesso, da una certa distanza. Un viaggio fatto lentamente e mentalmente.
Anche un prato colorato di crochi diventa qualcosa di diverso se osservato col naso all’insù, quasi dal loro punto di vista, verso l’alto, osservando le fronde degli alberi.
L’”International Day of Forests” è stata proclamata 5 anni fa dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La Giornata vuole celebrare e sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di tutti i tipi di foreste, così ogni 21 marzo i paesi sono sollecitati ad intraprendere sforzi a livello locale, nazionale e internazionale per organizzare varie attività come le campagne di piantagione di alberi, simposi, mostre d’arte o concorsi fotografici dedicati ai boschi e alle foreste. Un invito a tutti, quindi, magari non solamente oggi ma ogni giorno, a essere sempre maggiormente sensibili e rispettosi di questo polmone verde fondamentale per tutti gli esseri viventi.
La stagione dei colori è arrivata. E così il sottobosco non è più costellato solo da miriadi di bucaneve e campanelle ma cominciano ad arrivare anche le altre fioriture come ad esempio le epatiche, che spezzano il bianco con il loro color violetto, e come i denti di cane, che è il soggetto di questa fotografia, i cui colori sono più tenui andando da un bianco rosato a un rosa violetto. La forma del suo fiore è così bello e particolare da non passare inosservato nel sottobosco.
Questi piccoli folletti del bosco, dalle forme e colori bizzarri, stanno testimoniando l’arrivo di una delle stagioni più belle dell’anno.
Una fotografia per qualcuno forse un po’ cupa, un Argiope avvolto dal buio che lo circonda.
Un animale temuto dagli aracnofobici e che generalmente non suscita simpatia.
Un aracnide elegantissimo e che adoro fotografare, con la luce, con le ombre.
Punti di vista.
Il piccolo popolo alato d’estate si scatena: tantissimi insetti nei prati danzano da un fiore all’altro, libellule e damigelle corrono veloci nelle zone lagunari, e nei boschi? Nei boschi si assiste ad un altro spettacolo: verso la fine delle calde giornate di giugno e luglio si aprono le “danze” dei cervi volanti…. non molto aggraziate, a dir il vero. Questi goffi coleotteri si spostano da un ramo all’altro delle querce alla ricerca delle femmine, e non lo fanno di certo in modo silenzioso! E’ emozionante anche solo vederli mentre stanno per spiccare il volo, quando sollevano le elitre e dispiegano le loro ali. La ricerca delIa femmina li spinge ad allungare i loro voli, tanto da uscire dal bosco e attraversare le strade che separano i querceti del Carso. Purtroppo ogni anno si assiste a piccole stragi di cervi volanti colpiti o schiacciati sull’asfalto dalle macchine di passaggio. Speriamo che questo esemplare riesca a trovare la sua femmina e a perpetuare la specie che è già minacciata dalla scomparsa del suo habitat.
Si va in Natura per trovar pace, per rimanere in silenzio ad osservare. Osservando e cercando con gli occhi qualcosa che mi colpisca più di tutto il resto, mi sono soffermata su questa scena che mi fa riflettere sulla diversità, un tema molto attuale. Questa fotografia è un esempio di quello che ogni giorno possiamo trovare in Natura: la diversità qui è norma. Troviamo specie diverse tra loro che vivono una accanto all’altra condividendo il territorio e spesso anche risorse di cibo e acqua. Forse è troppo semplicistico vederla così ma non si può comunque negare che questo avvenga. Ci sono equilibri delicati, certo, ma questi equilibri si possono spezzare solo per questioni di sopravvivenza. Anche qui c’è violenza, brutalità, una continua lotta per la sopravvivenza, non per altri motivi. Noi “esseri superiori” troppo spesso invece non siamo capaci di fare altrettanto, non siamo capaci di andare oltre nemmeno alle semplici differenze estetiche o culturali che subito ci aggrediamo, ben che vada “solo” verbalmente. Andare in Natura mi riporta al vero senso delle cose. Chissà perché il diverso spaventa così tanto noi esseri umani. Eppure è un valore. Non dimentichiamocelo, è alla base dell’evoluzione.
Quanti ricordi conservo pensando a questo fiorellino …
Il pensiero vola a quando ero piccolina, le lunghe passeggiate con i miei nonni, ascoltare i loro racconti, storie di natura che allora non comprendevo bene ma ora, per quello che mi ricordo, ne faccio tesoro.
Questo Muscari? Mia nonna me lo ha fatto conoscere come Soldatino. Me lo ha fatto osservare da vicino per la sua somiglianza con i grappoli d’uva nera. Me lo ha fatto amare e rispettare come tutti gli altri fiori e alberi.
Oggi è solo una occasione per riportarmi col pensiero nel passato e con un po’ di nostalgia, sorridere ai ricordi.